“Quando il respiro si fa aria” di Paul Kalanithi
Che cosa rende la vita umana significativa e degna di essere vissuta? Questo si domanda Paul Kalanithi, neurochirurgo americano di origine indiana, che a soli 37 anni, al culmine del successo professionale, deve affrontare la disperata battaglia contro un cancro fino alla propria morte: un avversario crudele, che ha già sfidato tante volte in sala operatoria.
Nel libro “Quando il respiro si fa aria”, edito da Mondadori, Paul descrive l’esperienza della malattia come l’occasione per vedere le cose con lo sguardo da paziente e riflettere sul destino che accomuna ogni vivente che nasce, cresce e muore: <<il compito del medico non è respingere la morte o riconsegnare i pazienti alla loro vecchia vita, ma prendere tra le braccia i pazienti e i loro familiari, le cui vite si sono spezzate, e lavorare finché non saranno in grado di risolvere e affrontare la loro esistenza, trovandole un senso>>.
Questo libro comunica l’urgenza di una corsa contro il tempo fatta di cose importanti da dire. Paul ha affrontato la morte -l’ha esaminata, combattuta, accettata- come medico e come paziente. Voleva aiutare gli altri a capirla, e a guardare in faccia la loro mortalità. Oggi morire prima dei quarant’anni è insolito, ma morire non lo è. In definitiva, questa storia è la prova che la consapevolezza del finire può insegnarci a vivere.