Lo sappiamo, certi fatti accadono senza volerli, e sorgono dal caso o per la volontà del destino, per chi ci crede, a prima vista sono insignificanti, però poi danno l’avvio a tante storie importanti. È così che l’Associazione prese forma.
Era nei lontani anni 60, del secolo scorso, quando Gian Carlo Ceresa, giovane ingegnere civile e titolare di un proprio studio tecnico in Novara, è invitato dalla Direzione dell’Ospedale Maggiore ad assume l’incarico di provvedere a diversi interventi di manutenzione straordinaria nei vari reparti della struttura; una esperienza di lavoro che durò un paio d’anni. Ebbene, quella fu un’occasione, non cercata, per assistere di persona ai percorsi di cura degli ammalati ricoverati: fu testimone della assurda relazione sperequata tra il medico e il paziente, il primo l’espressione del potere arrogante, mentre il secondo la vittima impotente in attesa di salvezza, spesso senza neanche il diritto di parola; situazioni che alla mente e al cuore di Ceresa gridavano vendetta. Questo sentimento, se non elaborato opportunamente, di certo spinge poi all’azione. Infatti, è nell’autunno del 1978 che si costituì, con Gian Carlo Ceresa, il “Gruppo di base per la salute”, composto da una quindicina di persone, tutte animate dalla comune passione per la difesa della dignità della persona all’interno delle strutture sanitarie. La prima azione concreta del Gruppo fu una denuncia scritta inviata alla Direzione dell’Ospedale, con lo scopo di evidenziare le condizioni di emarginazione dell’ammalato, trattato nella sostanza come “una cosa rotta da riparare”. Tra l’altro, nella lettera si legge: gli ammalati “sono spesso inermi ed alla mercè di una schiera di specialisti e di esperti che decidono per loro”. Naturalmente, la denuncia non produsse alcun effetto, anzi, l’immobilismo di lunga durata della Direzione dell’Ospedale innalzò il livello dello scontro. Si generò un vero e proprio conflitto tra le due parti, al punto che il Gruppo a firma di Gian Carlo Ceresa, Vittorio Pernechele, Giovanni Pirola, Donatella Aralda, Furio Formia, Nando Amico, Guido Capella, Isa Brilli, Franco Balducci, Angelo Lavatelli e Giannina Zatti convocò una conferenza stampa il 3 marzo 1980, alle 10.30 presso la Barriera Albertina. L’incontro con i giornalisti, peraltro molto partecipato, ha consentito di denunciare “l’inerzia e il disinteresse dei Dirigenti dell’Ospedale” e di annunciare che sarà costituito un “Comitato per la difesa dei diritti del malato” con lo scopo di produrre una carta dei diritti del ricoverato. Inoltre, attraverso un apposito questionario, la decisione di provvedere ad una oggettiva valutazione della qualità del servizio sanitario percepita dai malati. Queste iniziative, concretizzate nei mesi successivi, produssero l’effetto atteso: l’apertura di un confronto costruttivo con la Direzione dell’Ospedale e l’inizio di un processo senza fine di umanizzazione nel percorso di cura degli ammalati.
Il Comitato, ormai operativo, sentì la necessità di aprirsi ad una più ampia partecipazione attiva dei cittadini, e decise di trasformarsi in Associazione. E nel dicembre del 1981, presso lo Studio Notarile di Giuseppe Mittino, si costituì l’Associazione di volontariato per la Tutela dei Diritti del Malato, con la firma dei fondatori: Franco Balducci, Gian Carlo Ceresa, Antonio Fontana, Ennio Galli, Lucia Baselli, Alessandra Bonomo, Teresio Tricerri, Vittorio Pernechele, Gian Franco De Agostini, Antonio Costa Barbè, Umberto Gualdoni. La prima riunione del CDA dell’Associazione nominò, ovviamente, Gian Carlo Ceresa Presidente, che rimane in carica fino al 2006, dopo proseguì Bruno Ferraris nella gestione della Presidenza fino al 2014, da allora continuò Roberto Mari, tuttora in carica.
Dal dicembre 1981 si contano ormai diverse iniziative promosse dall’Associazione a favore dei diritti del malato, fino a creare al proprio interno un gruppo di professionisti volontari in grado di offrire una qualificata assistenza medico-legale gratuita nei casi di violazione del diritto alla salute. Inoltre, nel campo della sensibilizzazione alla persona affinché svolga un ruolo attivo nel controllo e cura della propria salute, sono state promosse diverse iniziative pubbliche, tra l’altro con la positiva collaborazione della Direzione Generale dell’Ospedale Maggiore, della Direzione Generale dell’ASL di Novara e diverse altre Istituzioni del territorio. Dopo oltre i 40’anni di attività sociale svolta, con risultati che valutiamo più che soddisfacenti, non possiamo non ritenerci pronti ad affrontare con la necessaria competenza e passione le sfide sociali che verranno.
In osservanza del D.Lgs n° 117 del 3 Luglio 2017 si è provveduto alla stesura e alla approvazione, con l'Assemblea straordinaria dell'Associazione del 26 giugno 2019, del nuovo Statuto dell'Organizzazione di Volontariato.
In particolare, l'Art. 2 del nuovo Statuto precisa che l'Associazione "...si prefigge lo scopo di promuovere e svolgere un'azione di tutela dei diritti del cittadino, quale soggetto-oggetto di assistenza e cura. Intende contribuire a rendere le strutture sanitarie sempre più rispondenti alle esigenze di un'assistenza qualificata e, con adeguati mezzi d'informazione, all'educazione sanitaria della popolazione".
Ecco il documento in formato pdf.
L'Associazione nei 40'anni successivi alla sua fondazione ha contato un numero di Soci molto variabile, da poche unità fino a un migliaio di adesioni: quelli erano gli anni di forte rivendicazione dei diritti civili, compreso il bisogno sociale di un concreto miglioramento del grado di umanizzazione nella Sanità.
Oggi, maggio 2023, con Gian Carlo CERESA Presidente Onorario sono iscritti 29 Soci, di cui 7 componenti del Consiglio Direttivo, così composto:
• Presidente
Roberto MARI
• Vice Presidente
Edoardo FERLITO
• Tesoriere
Magda ROSSI
• Segretaria
Liliana MARTELLI
• Consigliere
Claudio GAMBARINI
• Consigliere
Donatella ARALDA
• Consigliere
Monica BOMBELLI
La nostra missione sociale si realizza nella sostanza lungo tre linee d'azione:
• Assistere gratuitamente nei casi di violazione del diritto alla salute
• Rimuovere le situazioni di inutile sofferenza e disagio
• Promuovere la prevenzione delle malattie
L'assistenza, nei casi di incidente sanitario, in pratica si traduce in una consulenza medico-legale, naturalmente gratuita, che consente di valutare se sussistono concreti elementi in grado di individuare i responsabili dei danni subiti, e poi valutare la strategia più efficace per ottenere il giusto risarcimento.
La rimozione delle situazioni di sofferenza e disagio la si ottiene a fronte di segnalazioni circostanziate della cittadinanza, che consentono poi un confronto con i responsabili della Struttura Sanitaria competente, e con essa concordare una adeguata soluzione del problema.
La prevenzione delle malattie la si promuove con la realizzazione di convegni su temi legati alla salute, e anche con i nostri interventi negli eventi pubblici organizzati da terzi. E naturalmente, attraverso i cosiddetti social, con la nostra presenza su Facebook e sul Sito Web..