GLI UMANI SONO DAVVERO CATTIVI?
È facile rendersi conto, leggendo le notizie di cronaca dei giornali, di come un brav’uomo, tranquillo ed equilibrato, si trasformi per pochissimo in aguzzino efferato. Ebbene, come mai basta poco per diventare, diciamo così, terribilmente cattivi? La risposta più giusta è che non lo siamo affatto, ma che riusciamo però con sorprendente facilità a scavalcare le nostre attitudini migliori per fare a cuor leggero le cose peggiori. Se è così, le prospettive non sembrano rosee; nella nostra storia sono stati proposti moltissimi itinerari per diventare buoni, ma non è stata mai trovata la via giusta per diventare meno insensati; a tal proposito Oscar Wilde disse che la stupidità è l’unico vero peccato dell’uomo. Tuttavia, i dati di oggi ci invitano a confidare nelle capacità di ogni singolo individuo per quanto concerne la cooperazione e le forme elementari della buona socialità. Naturalmente le cose non sono così semplici e rosee poiché è molto probabile che anche una propensione alla violenza sia presente nella costituzione biologica dell’umanità. A questo riguardo, dalla scienza si apprende che nasciamo tutti con due fondamentali pulsioni, e che ci appartengono per tutta la vita: la sessualità per consentire la continuità della specie e l’aggressività per la difesa della prole. Ciò, naturalmente, non per la delizia dell’individuo ma per il sostegno della specie. Forse questa violenza irrazionale in grado di colpire chiunque, anche per futili motivi, ha radici nella pulsione che madre natura ci ha affidato per difendere la prole, e noi ne abbiamo poi forzato i confini.
In ogni caso possiamo ben dire che, per vari motivi, il nostro interesse personale passa, e passa spesso, anche attraverso la relazione positiva con gli altri; del resto siamo programmati anche in questa direzione: si è osservato che il bimbo di poco più di un anno di vita sa porgere una caramella al coetaneo che piange, anche se non l’ha mai visto fare da nessuno. In definitiva, il vero problema sta nella difficoltà a instaurare uno spirito di autentica solidarietà esteso oltre i nostri limiti psicologici: traguardo ambizioso e difficile, ma non impossibile.