Il Diritto alla Salute
Guido Quaranta, giornalista e ritenuto da molti il Maestro dei cronisti parlamentari, nel 1984 scriveva <<Quando un uomo da sano diviene malato, egli fa un’esperienza che va ben oltre il semplice patire una malattia. Si trova in uno stato di dipendenza da quella società in cui egli svolgeva, fino a poco tempo prima, la parte di attore. Scopre a sue spese che egli nell’ospedale è un ospite indesiderato>>. Oggi, dopo 38 anni dalle considerazioni di Guido Quaranta, va riconosciuto che nelle strutture sanitarie il rapporto medico curante e ammalato è assai migliorato. Tuttavia, sono ancora troppi a perdere la vita e subire danni irreversibili per la disorganizzazione e le carenze dei sanitari. Al riguardo, è appena il caso di sottolineare che, in forza dell’articolo 32 della Costituzione, chiunque si trovi in una situazione di rischio per la sua salute, ha diritto a ottenere tutte le prestazioni necessarie alla sua condizione e ha altresì diritto a non subire ulteriori danni causati dal cattivo funzionamento delle strutture e dei servizi. Detto questo, però, non va mai ignorato che le vite e le identità dei pazienti sono nelle mani dei medici, eppure la morte vince sempre. Per quanto i sanitari possono essere perfetti, il mondo non lo è. Ed è bene rendersi conto che il gioco della vita è truccato e si può perdere, che le mani del medico o il suo giudizio possono fallire, e tuttavia devono fare il possibile per vincere, per il bene di tutti i malati. Non si potrà mai raggiungere la perfezione, ma è più che giusto e bene credere in questo ambizioso obiettivo verso il quale tendere, sia pure all’infinito.