La cura di sé, self-care
In primo luogo, diciamo che la salute non va intesa come l’assenza di malattia, ma pensata come uno stato di benessere fisico, psichico e di relazione sociale positiva; prendersi cura di sé non è espressione di egoismo, tutt’altro. E poi, diciamo anche che il self-care è la condotta consapevole che permette di sostenere e migliorare la propria salute. La cura di sé, inoltre, è un concetto che supera i confini dell’individuo e si pone su più livelli: individuale, familiare e pure comunitario. L’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, considera questo “stile vita” una nuova frontiera della salute globale. Ma in pratica di che si tratta?
A livello individuale il self-care è una capacità, un atteggiamento e un modo attivo di agire. La cura di sé, infatti, si realizza quando una persona può e sa come prendersi cura, lo vuole fare e lo fa. Sembra scontato, ma non lo è!
Il self-care è un preciso atteggiamento produttivo, sorretto dalla conoscenza, dalla volontà e dalla tolleranza alla fatica, che permette di migliorare la propria salute, di evitare i fattori di rischio, di prevenire le malattie e di realizzare un’utile provvista di risorse fisiche, emotive e anche sociali. “Stare bene” è un concetto che ha molte declinazioni individuali, gerarchie di valori che possono portare a scelte diverse. Per questo le attività di self-care si costruiscono un po’ sulla base di principi generali di salute e condotta di vita – evitare fumo, alcool, droghe e fare attività fisica – un po’ “su misura”: andare in palestra o praticare la camminata veloce, sulla base delle proprie condizioni fisiche e delle proprie preferenze. In pratica, e per concludere, tra le attività di self-care rientrano l’igiene, l’alimentazione, il sonno, l’attività fisica, il tempo libero, le relazioni sociali. E, perché no, nella cura di sé rientra pure l’idea di bellezza, per riflettere al meglio sullo stare bene nel “Tutto”.