La nostra medicina è (forse) ammalata
Della crisi della nostra gloriosa medicina, e che non se la passa per niente bene, è arcinoto e ne scrivono ormai tutti i notiziari. In genere le principali cause richiamate sono: i limiti nelle risorse, le criticità della tecnologia e dei sistemi sanitari, l’insoddisfazione dell’utenza, la relazione medico-paziente, il diffondersi delle pratiche mediche alternative, i problemi del personale sanitario, la formazione universitaria e altro ancora. Per di più, i continui tagli delle risorse economiche alla Sanità, che è all’origine della mancata tempestività delle cure, sono oltretutto una possibile causa di aumento della mortalità evitabile.
L’osservazione attenta delle vicende induce poi a ritenere che la crisi della medicina non è derivata solo dalla semplice somma dei problemi, ma da molto di più. D’altronde, se il mondo per molti aspetti è davvero in crisi, come fa la medicina, che è nel mondo e disorientata dai cambiamenti con cui ha a che fare, a non esserlo a sua volta? Sappiamo che per tanto tempo si è spiegato la malattia con la colpa di qualcosa o di qualcuno; compresa la colpa della persona malata: il paziente, ovvero il soggetto prestabilito a patire e sopportare passivamente la malattia; vale a dire, una persona ridotta al ruolo di malattia parlante. Al contrario invece, nella società di oggi i “pazienti” sono in via di estinzione, oggi ci sono gli “esigenti”, i cittadini consapevoli dei loro diritti, che purtroppo la medicina fatica a considerali tali. Questa è una vera distorsione di sistema non da poco.
Oggi chi ha diritto alla salute non può essere incolpato per la sua malattia, e la colpa di questa rischia di essere del medico, cioè di chi si presume che per incapacità non sia in grado di guarire e quindi di non fare bene il suo mestiere. Come s’è già detto, una volta la malattia significava per l’ammalato la perdita della libertà; oggi invece con l’avvento dei diritti, con le norme sull’autodeterminazione, quelle relative al consenso informato, con le Disposizioni Anticipate di Trattamento, con l’avvento del web, con i sistemi di welfare, la malattia non significa più perdita della libertà, al contrario oggi la malattia e la decisione della cura, è diventata una scelta che va condivisa tra medico e paziente: poter scegliere è una manifestazione di libertà.
La salute come valore, per essere “tutelato” deve prima essere concretamente “costruito”, e, per farlo, occorre realizzare nella società le condizioni che lo garantiscano: che vuol dire, organizzare servizi sanitari in grado di curare interpretando le singolarità dei malati, le loro condizioni di vita e le loro reali necessità di cura. In buona sostanza l’ideale di medicina del tempo presente, a cui questa nostra società ambisce, è quella capace di farsi carico dei bisogni di salute della persona, dei suoi desideri, dei suoi problemi, e non altro. Questa è la base da cui partire per riportare in buona salute la nostra gloriosa medicina; si sappia infine, e ci si convinca, che un medico che non comprende il proprio malato non può pensare di poterlo curare.